CADIAI: il valore delle relazioni
Il 12 novembre la presentazione del dodicesimo "Quaderno CADIAI". Una ricerca sul capitale sociale creato dai servizi della cooperativa.
Giovedì 12 Novembre 2009 alle ore 15, al Centro Italiano di Documentazione sulla Cooperazione e l’Etica di Impresa di via Mentana 2 a Bologna, si terrà la presentazione della ricerca, curata dal ricercatore Kristian Mancinone, “CADIAI: il valore delle relazioni – Un’analisi qualitativa sulla creazione di capitale sociale nelle reti di relazione tra la cooperativa e i suoi stakeholder.”
Si tratta del dodicesimo Quaderno CADIAI, la collana che raccoglie le esperienze della cooperativa e dei suoi servizi.
Interverranno:
Franca Guglielmetti
Presidente di CADIAI
Gianpiero Calzolari
Presidente di Legacoop Bologna
Kristian Mancinone
Ricercatore, Facoltà di Economia di Forlì
Giovanni Maria Mazzanti
Professore a contratto Università di Bologna, Facoltà di Economia
Il capitale sociale non è una dotazione o un asset di un territorio, di una cultura, di un’organizzazione, di una religione o di un individuo. Bensì è quel tipo di relazione che opera la valorizzazione di ciò che è considerato un bene o un servizio, attraverso scambi che non sono né monetari, né politici, né clientelari, né di “dono puro”, ma scambi sociali di reciprocità.
(Donati, 2008)
Nello svolgimento delle proprie attività caratteristiche i servizi gestiti da CADIAI sviluppano una serie di iniziative che, oltre ad essere funzionali al raggiungimento degli obiettivi di cura, assistenza e riabilitazione per gli utenti ospitati, promuovono il coinvolgimento di una più ampia fascia di persone, in una serie di occasioni sociali che tendono nel tempo a stabilizzarsi in relazioni durature.
Questo avviene non attraverso l’impiego di ulteriori risorse, bensì facendo affidamento sulle risorse economiche e di tempo/lavoro di cui i servizi dispongono normalmente; e avviene non definendo obiettivi ulteriori o diversi rispetto a quelli che il servizio deve perseguire, ma proprio nell’esercizio di questi stessi obiettivi, che sempre contemplano la promozione delle relazioni sociali e l’integrazione degli utenti nel tessuto sociale di appartenenza.
L’idea di fondo era ed è che questi servizi, di intrinseca utilità sociale, sviluppano questa utilità non solo in relazione ai propri utenti diretti ma anche in relazione all’intera comunità in cui operano. E questo elemento ha risvolti di non poco conto sul piano sociale, economico e politico.
In primo luogo, la ricchezza che la comunità destina a questi servizi viene in un qualche modo ridistribuita sulla comunità stessa, che se ne avvantaggia non solo perché i propri membri più fragili godono della necessaria protezione, ma anche perché l’azione di questi servizi crea una diffusa rete di relazioni capace di rinforzare la coesione sociale.
Ne deriva che gli altri soggetti coinvolti da questa azione si rinforzano a loro volta e traggono da queste occasioni materia e risorse per potenziare la propria azione e quindi agire con maggior forza per il perseguimento dei propri obiettivi.
Si potrebbe quasi parlare di una sorta di “indotto” dei servizi sociali ovvero: l’attività dei servizi sociali è di stimolo alla nascita o allo sviluppo di altre attività sociali che a loro volta coinvolgono e stimolano altri soggetti, in una rete di relazioni che può allargare i propri confini anche molto al di là di quelli locali.
La creazione di nuove reti di relazione sociale rappresenta quindi una funzione di grande importanza svolta da questi servizi e la loro presenza sul territorio non è utile solo agli utenti che se ne servono ma all’intera comunità.