“Il tempo che non c’era”
Il 30 gennaio a Bologna si è svolta la presentazione del Quaderno CADIAI
sull’accompagnamento delle persone disabili nel processo di invecchiamento.
L’invecchiamento della popolazione nei Paesi sviluppati e la riduzione del tasso di natalità rappresentano ormai una realtà. Un simile cambiamento demografico riguarda anche le persone con disabilità per le quali, grazie ai progressi nel trattamento medico e al miglioramento dell’assistenza e della cura, l’aspettativa di vita è aumentata notevolmente. Affrontare l’invecchiamento di soggetti deboli è diventata quindi una questione prioritaria: le persone con disabilità incontrano gli stessi problemi di invecchiamento della popolazione generale, ma sono più vulnerabili di fronte alla carenza di servizi, alla mancanza di consapevolezza riguardo alle loro problematiche, ai pregiudizi ed alle discriminazioni.
Su questi temi, la cooperativa CADIAI di Bologna ha realizzato il Quaderno: “Il tempo che non c’era – L’accompagnamento delle persone disabili nel processo di invecchiamento” – presentato il 30 gennaio a Bologna. Tra i presenti: Franca Guglielmetti, Presidente CADIAI; Alberto Alberani, Responsabile Cooperative Sociali Legacoop Emilia Romagna, Maria Grazia Bertagni, Unità Attività Socio Sanitarie – Tutela Non Autosufficienza – Azienda USL Città di Bologna, Mara Grigoli, Responsabile USSI Disabili Adulti – Azienda USL di Bologna, Raymond Ceccotto, presidente di ARFIE (Association de Recherche et de Formation sur l’Insertion en Europ), Evert-Jan Hoogerwerf, Responsabile Settore Progetti ed Innovazione AIAS.
Il Quaderno CADIAI mette in luce alcune questioni specifiche che riguardano l’invecchiamento delle persone con disabilità intellettiva e le loro famiglie e descrive l’esperienza che la cooperativa ha acquisito in ambito europeo attraverso la partecipazione a progetti in cui è stata rappresentante per l’Italia.
Due le problematiche principali individuate nel Quaderno CADIAI. La più significativa riguarda la grande percentuale di persone con disabilità intellettiva che vive con la propria famiglia. Mano a mano che l’individuo invecchia, anche i genitori invecchiano e le richieste di cura e di supporto cambiano inevitabilmente.
Per le persone con disabilità intellettiva che invece vivono in residenza o in comunità di sostegno, sono necessarie competenze specifiche per assicurare loro una buona qualità di vita e dargli la possibilità di continuare a invecchiare nel luogo in cui hanno trascorso la vita fino a quel momento. Purtroppo capita invece che vengano trasferite in luoghi di cura diversi all’insorgere di esigenze specifiche legate al processo d’invecchiamento perché gli assistenti non sono formati o supportati per rispondere a queste nuove necessità.
Situazioni diverse che comunque mettono in primo piano una questione a cui è indispensabile far fronte, a partire da una formazione adeguata che sia in grado di garantire una buona qualità di vita anche di fronte al passare degli anni.