Fase 2: infanzia e famiglie
Comunicato di Legacoopsociali in merito alla FASE 2 dell'emergenza sanitaria
Roma, 27 aprile 2020 – Servizi educativi, infanzia e famiglie. “Nel pieno rispetto delle priorità sanitarie e di sicurezza per bambini e operatori, chiediamo che si attivi immediatamente un confronto per la riapertura anche di questi servizi e attività, finalizzato alla formulazione di linee guida nazionali che diano indicazioni di sistema, da declinare poi sui bisogni e sulle risorse locali attraverso percorsi di co-progettazione con i soggetti direttamente interessati”. Lo dichiara Eleonora Vanni, presidente nazionale di Legacoopsociali
“Perché i bisogni di dieci milioni di bambini e adolescenti e delle loro famiglie non sembrano presi in considerazione nella programmazione della Fase 2 dell’emergenza Covid? – aggiunge Vanni – Come si può pensare di riaprire una percentuale consistente di attività produttive senza pensare che le esigenze di salute e sicurezza sono primarie, ma non possono annullare all’infinito i bisogni educativi, relazionali e sociali di bambine, bambini e adolescenti nonché di famiglie che non avranno strumenti sufficienti per conciliare il rientro al lavoro con la cura dei figli”.
“Il periodo di confinamento domiciliare a cui tutti ci siamo sottoposti, necessario per far fronte al dilagare dell’epidemia Covid, ha inoltre evidenziato ulteriori disuguaglianze economiche, sociali e territoriali e provocato stress familiare e incremento delle violenze domestiche; tutti elementi la cui presa in carico non può essere rimandata a settembre”, prosegue la presidente di Legacoopsociali che sottolinea: “lo sforzo e la creatività, spesso anche in carenza di mezzi adeguati, di insegnanti ed educatori ha fornito un contributo fondamentale, in epoca di servizi chiusi e sospesi, per non abbandonare le famiglie, per mantenere legami con i bambini e gli adolescenti e per dare continuità educativa, di insegnamento e di svago. Ma il lavoro a distanza, che comunque non raggiunge tutti nello stesso modo creando ulteriori disuguaglianze, non può essere l’unica risposta a un bisogno multiforme e complesso”.
“La cooperazione sociale è pronta con proposte e strumenti innovativi per gestire la Fase 2 dei servizi educativi: la riapertura degli spazi, l’educazione all’aperto e a distanza, gli interventi domiciliari possono far parte di un programma articolato che risponda e esigenze diverse. Proprio in momenti come questo di grande difficoltà si deve ricorrere alla responsabilizzazione personale e comunitaria e attivare la cooperazione fra tutti i soggetti coinvolti che valorizzi e metta a frutto l’intelligenza e l’esperienza collettiva per non tornare indietro di anni ad un welfare familista, mai completamente superato, che si basa sul sacrificio delle famiglie e non riconosce i diritti di cittadinanza ai bambini e di autodeterminazione alle persone tutte”, conclude Vanni.