Legge Finanziaria: ipotesi vendita beni confiscati alla criminalità
La preoccupazione di Cooperare con Libera Terra e di Legacoop.
L’AGENZIA COOPERARE CON LIBERA TERRA LANCIA L’ALLARME SULLA FINANZIARIA: UNA NUOVA NORMA RISCHIA DISTRUGGERE LE OPPORTUNITÀ DI LAVORO CREATE DALL’USO SOCIALE DEI BENI CONFISCATI ALLA MAFIA
L’Agenzia Cooperare Libera Terra, associazione nata nel movimento cooperativo per aiutare le esperienze di uso sociale dei beni confiscati alla mafia, esprime forte preoccupazione per una norma presente nel maxiemendamento presentato del Governo sulla Legge Finanziaria 2010.
La nuova norma se approvata disporrà che i beni confiscati alle organizzazioni criminali non assegnati a tre mesi dalla confisca siano posti in vendita. Sono quegli stessi beni che possono essere destinati a usi sociali secondo la legge 109 del ’96, legge di iniziativa popolare promossa da Libera sostenuta da più di un milione di cittadini,
Tale norma ha permesso la nascita del tessuto produttivo delle cooperative di Libera Terra, oggi attive in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania: un successo imprenditoriale che si è tradotto soprattutto nella capacità di creare occupazione per battere la mafia nei territori in cui è socialmente più forte.
Di fatto la norma pregiudica lo sviluppo di queste realtà perché è inimmaginabile che i beni siano assegnati in un così breve periodo.
“Potrebbe addirittura capitare – spiega preoccupato Gianpiero Calzolari presidente dell’Agenzia – che siano le stesse organizzazioni criminali a ricomprare tramite prestanomi i patrimoni loro sottratti. Capiamo la necessità di fare cassa ma se ciò comporta il rischio di affossare un’iniziativa reale e concreta contro la mafia come l’uso sociale dei beni confiscati attraverso il lavoro cooperativo bisogna fare marcia indietro”.
Ad oggi le cooperative del circuito Libera Terra occupano 103 persone e nell’ultimo esercizio (2008) hanno fatturato oltre 3,5 milioni di euro (con un patrimonio netto di 1,4 milioni). Proprio nell’ultimo anno l’iniziativa ha accelerato la crescita con la costituzione di un Consorzio Libera Terra Mediterraneo che unisce gli sforzi delle singole cooperative e che è pronto ad accoglierne di nuove.
Per queste ragioni l’Agenzia sottoscrive l’appello di Don Luigi Ciotti e Libera “Niente regali alle mafie, i beni confiscati sono cosa nostra” dove si spiega “La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge.”
Conclude Calzolari: “Ci uniamo a Don Ciotti nel chiedere al Governo e al Parlamento di ripensarci e di ritirare l’emendamento sulla vendita dei beni confiscati e anzi di rafforzare il sistema di norme che permette il rapido riutilizzo sociale dei beni confiscati”.
(Fonte: Comunicato stampa dell’Agenzia Cooperarare con Libera Terra, 20 novembre 2009)
FINANZIARIA: VENDITA BENI CONFISCATI ALLA CRIMINALITÀ; POLETTI (LEGACOOP), SIAMO CONTRARI E PREOCCUPATI PER UNA NORMA CHE PUÒ APRIRE LA STRADA ALLA LORO RIACQUISIZIONE DA PARTE DEI MAFIOSI
Legacoop esprime contrarietà e preoccupazione di fronte all’ipotesi di vendita dei beni confiscati con problematiche di destinazione introdotta attraverso un emendamento alla Legge finanziaria approvato dal Senato della Repubblica.
“Riteniamo che gli effetti dell’emendamento” – afferma il Presidente, Giuliano Poletti – “possano aprire la strada alla riacquisizione dei beni confiscati da parte delle stesse cosche cui lo Stato li ha sottratti”.
“In contesti caratterizzati dalla forte presenza della criminalità organizzata” – prosegue Poletti – “acquisire un bene appartenuto ad un mafioso è un operazione che certamente espone a rischi che un privato cittadino difficilmente sarebbe disponibile a correre: ci sarebbe, pertanto, il rischio concreto che gli unici acquirenti sulla piazza siano i mafiosi stessi, magari acquistando i beni a basso prezzo, dopo diversi ribassi d’asta, e riciclando denaro sporco”.
Secondo il Presidente di Legacoop, in tali evenienze si comprende che i benefici per lo Stato, dal punto di vista simbolico, ma anche da quello meramente economico, sarebbero nulli, mentre “si aprirebbe una preoccupante finestra per la cessione di beni che potrebbero essere proficuamente destinati all’utilizzo produttivo e sociale, come già sta avvenendo grazie all’impegno di tantissime cooperative in diverse regioni d’Italia”.
“Riteniamo che la strada da intraprendere” – aggiunge Poletti – “sia un’altra e cioè quella della predisposizione di appositi strumenti per la rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono la destinazione dei beni confiscati e il loro effettivo e rapido utilizzo, ad iniziare dalla proposta di costituire un’agenzia dedicata esclusivamente a tale scopo”.
Dalla vendita dei beni confiscati con problemi di destinazione lo Stato non ricaverebbe nulla. Dalla rimozione dei problemi e dalla destinazione ai fini produttivi e sociali lo Stato avrebbe tutto da guadagnare in termini di nuova occupazione, nuova socialità e presenza istituzionale.
“Auspichiamo pertanto” – conclude Poletti – “che la Camera dei Deputati corregga questo brutto passo falso e, viceversa, crei i presupposti per un rilancio dell’iniziativa dello Stato su questo terreno”.
(Fonte: Comunicato stampa di Legacoop, 20 novembre 2009)
FIRMA L’APPELLO DI LIBERA: Niente regali alle mafie, i beni confiscati sono cosa nostra