Il benessere fatto ad arte con la tecnica del Batik
Due chiacchiere con Arlene Dalolio e Alba Garibaldi, rispettivamente coordinatrice e educatrice professionale Cadiai, che hanno portato la tecnica del Batik nel Centro Diurno Arboreto per sperimentare nuovi percorsi di benessere e attività espressive dedicate a persone con disabilità medio-lievi.
Una cascina completamente ristrutturata con attorno il verde di un parco che in primavera colora tutto il quartiere. Siamo al Pilastro, nel Centro Diurno Arboreto, che dal 2001 offre servizi socio-riabilitativi per persone adulte con disabilità psico-fisiche. Il centro è da sempre gestito da Cadiai in convenzione con Ausl e Comune di Bologna e negli ultimi anni si è specializzato anche in percorsi post scolastici e nell’inserimento di giovani persone con disturbo dello spettro autistico.
Per conoscere meglio le attività svolte, abbiamo rivolto qualche domanda ad Arlene Dalolio, coordinatrice del centro e ad Alba Garibaldi educatrice professionale, che conducono da anni ad Arboreto un laboratorio-atelier chiamato “Il Maggiociondolo” rivolto a persone con disabilità medio-lievi a cui viene illustrata la tecnica del Batik per decorare tessuti e oggetti.
Come vi è venuto in mente il Batik e cosa può dare questa tecnica alle persone ospiti del centro?
La storia del Batik nasce un po’ di tempo fa quando ci venne presentata Bitas, una poliedrica artista che ha lavorato con noi prima con formula borsa lavoro del Comune di Bologna e Ausl, poi come collaboratrice. È stata lei a introdurci a questa tecnica, che abbiamo studiato, sperimentato e poi riadattato a quelle che sono le capacità e le possibilità del gruppo delle persone partecipanti, mettendo in campo piccoli accorgimenti e creando nuovi strumenti.
Il Batik rappresenta un’attività espressiva, e in quanto tale fondamentale per riconoscere la valenza dell’espressione del sé nella ricerca del benessere psichico, fisico e sociale. Un percorso che fa appello alla creatività e alla capacità di comunicazione e che contribuisce a creare un positivo sviluppo personale.
Quali opere prendono vita nel laboratorio?
Le produzioni artistiche che realizziamo sono opere che definiamo Batik, ma un “Batik a modo nostro”, come ci piace definirlo. Questa tecnica contiene in sé numerosi passaggi e azioni che permettono di arrivare al prodotto finito: dalla scelta del tipo di stoffa al disegno, dallo strato di cera alla colorazione finale, l’orlo da fare agli arazzi e il colpo di ferro da stiro prima di farli diventare quadri, alle semplici cornici in legno. Tutte le opere diventano pezzi unici, realizzati totalmente a mano. Nel laboratorio chiunque può proporre il proprio disegno, e anche un semplice tratto stereotipato e ripetitivo acquisisce una sua forma artistica e personale. Negli ultimi mesi stiamo sperimentando anche la tecnica della pittura su tela con colori acrilici senza utilizzo di cera, anche in questo caso adattandola alle capacità di ogni persona.
Attività come un laboratorio d’arte in che modo possono aiutare le persone?
Le arti espressive rappresentano uno strumento prezioso per entrare in contatto con la propria esperienza emotiva, incoraggiare l’espressione di sé, promuovere l’autostima e l’autoconsapevolezza, facilitare l’autocontrollo. Nella nostra attività si mettono in pratica i principi della cooperazione, collaborazione, aiuto reciproco. Le opere sono spesso frutto di un lavoro collettivo e per fare ciò occorre allenare le competenze e il rispetto degli altri.
Avete mai fatto laboratori nelle scuole o in altre strutture?
Negli ultimi anni il laboratorio Maggiociondolo è uscito dal Centro Arboreto in varie occasioni: ad esempio quando abbiamo offerto esperienze pratiche di pittura alla delegazione del Progetto Erasmus IncludNet o quando abbiamo fatto conoscere la tecnica del Batik a bimbe e bimbi dei nidi di Cadiai. Inoltre abbiamo partecipato alla due giorni del “Festival inclusivo“ di Crevalcore, proponendo una mostra mercato e laboratori aperti al pubblico, svolto un incontro alla Casa delle Abilità a Calderara di Reno e condotto vari laboratori presso Spazio Donna. Nel prossimo futuro, aspettiamo un gruppo europeo dalla Galizia al quale offriremo una giornata intensiva di laboratorio di batik.
La cosa bella e importante è che i laboratori esterni sono condotti dagli utenti stessi con il supporto delle educatrici. È sempre una grande soddisfazione poter mostrare in pubblico il risultato del proprio lavoro: aiuta ad aumentare l’autostima e a mettere in campo le competenze acquisite, ma la maggiore valenza è quella di trasformarsi da fruitore di un servizio (utente) a una risorsa per il territorio (per altri utenti).