Immaginare il futuro con le comunità educanti
Il contributo di istituzioni, terzo settore, imprese, società civile nel dare vita a un sistema formativo ed educativo innovativo, in cui competenze e conoscenze diventino la chiave per costruire una comunità migliore.
La comunità in cui viviamo è fatta da tanti attori diversi: istituzioni, persone, imprese, associazioni. Immaginiamo per un attimo che tutte queste componenti decidano di allearsi per mettere le proprie risorse al servizio delle nuove generazioni, offrendo loro soluzioni educative e progetti innovativi per farle crescere in un ambiente stimolante e solidale.
Stiamo parlando delle cosiddette comunità educanti, modelli partecipativi pensati per affiancare e aiutare gli istituti scolastici e le agenzie educative formali a migliorare l’offerta formativa e inclusiva per ragazze e ragazzi. E, in tempi recenti, strumento ideale per intercettare le situazioni di malessere e disagio cresciute a seguito delle restrizioni legate alla pandemia.
I patti educativi di comunità formalizzano la nuova collaborazione tra i vari attori sociali e danno vita a un ideale processo circolare di crescita che coinvolge gli adulti di domani e le risorse presenti sul territorio.
Il ruolo del terzo settore e i progetti di Cadiai
In questo contesto il terzo settore può e deve avere un ruolo di primo piano grazie al patrimonio di esperienze e di rapporti con i soggetti dei territori in cui opera, affiancando l’ente pubblico in una logica di sistema.
È quello che fa Cadiai, contribuendo allo sviluppo di comunità educanti attraverso il progetto Zenobia, che promuove un modello di servizio per l’infanzia a “bassa soglia” progettato per favorire la partecipazione di famiglie vulnerabili alla rete dei servizi educativi e sociali di quattro territori: Cardito (Napoli), Cosenza, Piombino (Livorno) e Bologna. Un approccio fondato sul welfare di iniziativa, aperto e gratuito, con l’obiettivo di dare vita a un luogo di prossimità con équipe multidisciplinari composte da pedagogisti, educatori, atelieristi, psicologi, counselor, mediatori familiari e culturali per azioni di sostegno alla genitorialità.
In collaborazione con il Comune di Bologna, inoltre, Cadiai progetta e gestisce servizi extrascolastici per offrire opportunità formative e sociali a minori, scuole e famiglie. Nello spazio polifunzionale Centro Anni Verdi favoriamo l’incontro e lo sviluppo di nuove conoscenze e competenze, mentre nello Spazio di Opportunità, nel quartiere Borgo Panigale-Reno, lavoriamo al contrasto della dispersione scolastica attraverso il rafforzamento del metodo di studio e lo sviluppo di competenze relazionali e tecniche, con un focus dedicato alle scienze e alle tecnologie.
Ma una comunità educante può e deve anche promuovere valori trasversali come la parità di genere o la lotta alla violenza sulle donne. Per questo con il programma Spazio Donna, promosso da WeWorld e Cadiai offre un presidio territoriale con servizi di orientamento rispetto all’offerta cittadina a donne e minori in condizioni di fragilità, per la creazione di una rete di intervento allargata, efficiente e in grado di rispondere ai bisogni delle donne. Un polo di sperimentazione che fa leva su prevenzione, empowerment, sensibilizzazione su stereotipi di genere e promozione del benessere psicocorporeo.
Un patrimonio di competenze e relazioni
Tutti questi progetti, che testimoniano la volontà di Cadiai di partecipare attivamente alla costruzione di comunità educanti funzionali e inclusive, sono resi possibili dal lavoro quotidiano di educatori ed educatrici territoriali. Per dirlo con le parole di Adriano de Blasi, coordinatore Cadiai, queste persone sono “esperte di processi sociali: lavorano non solo con il singolo individuo fragile o portatore di disagio, ma promuovono il benessere della comunità collaborando con le istituzioni del territorio, in un processo di co-costruzione in grado di contrastare fenomeni come dispersione scolastica e abbandono precoce”.
Così, il patrimonio di relazioni con le reti territoriali e di competenze di lavoratrici e lavoratori permette a Cadiai di leggere i bisogni del territorio e contribuire con progetti concreti allo sviluppo dell’innovazione sociale, nella consapevolezza che per immaginare e costruire la società di domani serva l’aiuto e il lavoro di tutte le componenti della società. In tal senso, la pluralità di attori e relazioni che contraddistinguono i nostri territori sono una ricchezza che, con i giusti strumenti, come i patti educativi di comunità, può essere messa a sistema per rispondere sempre meglio alle nuove esigenze educative e sociali della nostra contemporaneità.