Un altro genere di economia – Il lavoro di cura nell’esperienza della cooperazione sociale

Discorsi intorno al libro di Lorenza Maluccelli “Lavori di cura. Cooperazione sociale e servizi alla persona. L’esperienza di CADIAI”. Sabato 1 marzo presso l’ex chiesa di Santa Cristina.

Si terrà sabato primo marzo, a partire dalle 9, presso la ex chiesa di Santa Cristina in piazzetta Morandi a Bologna, il seminario “Un altro genere di economia – Il lavoro di cura nell’esperienza della cooperazione sociale”, promosso da CADIAI in collaborazione con il Centro di Documentazione delle Donne di Bologna.

 

Il seminario prende le mosse dal libro di Lorenza Maluccelli “Lavori di cura – cooperazione sociale e servizi alla persona – l’esperienza di CADIAI“, pubblicato nella collana de Il Mulino “Storia e Studi cooperativi”, diretta da Elena Romagnoli del Centro Italiano di Documentazione sulla Cooperazione e l’Economia Sociale.

 

I lavori si svilupperanno attraverso due tavole rotonde, intervallate dalla lettura di brani scelti dalle testimonianze raccolte nel libro.

 

La cura tra famiglia, stato e mercato
La storia della Cadiai nell’evoluzione dei servizi alla persona.

 

In questa sezione si presenta e si discute della storia della Cadiai nel più ampio contesto delle trasformazioni del welfare e della cooperazione sociale. La de-familiarizzazione della cura, l’alleanza tra stato e donne, il dopo-welfare, fino alla commercializzazione sempre più spinta della vita intima e quotidiana degli individui, non hanno cambiato il dato di genere incorporato in questi lavori. Ciò che la sezione vorrebbe offrire è un’analisi di queste fasi ed aprire un dibattito sul significato politico e culturale del dato di genere.

 

Bisogni e lavori di cura
Capacità e rischi di un’attività “non vista”

 

Il lavoro di cura degli altri necessita di un particolare frame mentale ‘riflessivo’ e di abilità complesse che sono difficili da ‘vedere’ e da misurare e che la stessa cultura professionale tende a dare per scontate. I valori connessi all’attività di cura non esimono chi la fa dai rischi insiti nella relazione asimmetrica  tra chi cura e chi la riceve. Molti lavori ad alto contenuto di cura per quanto ‘impagabili’ per il benessere individuale e sociale che producono, non sono socialmente riconosciuti ed economicamente valorizzati.

 

 

 

Oltre all'autrice hanno confermato la propria presenza:

 

Letizia Bianchi Sociologa della Famiglia

  

Giuliana Chiaretti – Docente di Sociologia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Ca' Foscari di Venezia

 

Emanuela Cocever – Docente di Pedagogia – Dipartimento di Scienze dell'Educazione Università di Bologna

 

Marco Ingrosso – Docente di Sociologia della Salute e Direttore del Centro "Paracelsus" dell'Università di Ferrara

 

Raffaella Lamberti – Direttrice del Centro di Documentazione delle Donne di Bologna

 

Paola Menetti – Presidente di Legacoopsociali

 

Giancarlo Pasquini – Presidente del Centro Italiano di Documentazione sulla Cooperazione e l’Economia Sociale

 

Marina Piazza – Sociologa – Presidente di Gender – Docente presso l'Università La Sapienza di Roma

 

Maria (Milli) Virgilio – Assessore Scuola, Formazione e Politiche delle differenze del Comune di Bologna